La sputacchiera nella degustazione del vino

Il termine sputacchiera lascia già intuire la sua nobile funzione. Essa è uno degli strumenti del sommelier che maggiormente lascia spazio a controversie sul suo utilizzo. Il piccolo strumento posto accanto alle bottiglie e ai calici da degustazione svolge un preciso compito che non andrebbe sottovalutato.

Nonostante, ci siano diverse scuole di pensiero, in realtà, essa silenziosamente agevola in compito del degustatore che deve rimanere sobrio fino al completamento della lista dei vini da sottoporre a giudizio.

L'utilizzo delle sputacchiere fu introdotto nell'800 per scopi ben diversi da quello attuale. Noi forniamo sputacchiere in acrilico nere che discretamente vanno a completare il corredo del sommelier. Il design è fine ed elegante da passare quasi inosservato l'oggetto.

Infine, su richiesta del cliente è possibile la personalizzazione della sputacchiera con il logo dell'azienda vitivinicola o del ristorante. Adesso, cercheremo di conoscere meglio questo accessorio a partire dalla sua storia.

sputacchiera

 

Storia della sputacchiera


La sputacchiera appare per la prima volta intorno alla metà dell'800 sia in Europa che negli Stati Uniti. La sua funzione era quella di limitare la diffusa usanza di sputare il tabacco da masticare a terra. Purtroppo, era un'abitudine abbastanza in uso sia in luoghi pubblici che privati.

Mettendo questi contenitori, la gente poteva eliminare il tabacco della bocca senza andare a imbrattare i pavimenti in ogni dove. Quindi, le sputacchiere vennero posizionate in alberghi, carrozza ferroviarie, tribunali, banche, caffè e in molti altri posti di aggregazione maschile. In seguito alla diffusione dell'influenza spagnola, in suo suo andò scemando per la paura che potesse essere veicolo di contagio.

A giorni nostri, il ritorno della sputacchiera è associato all'esigenza di poter condurre la degustazione di un numero elevato di vini senza eccedere nell'abuso. I concorsi e le manifestazioni di settore prevedono, infatti, l'invio da parte delle aziende di un numero non indifferente di campioni di vino da sottoporre ad esame.

Si pensi, ad esempio, al Vinitaly, al Prowine, a Vitigno Italia e molte altre fiere dedicate al vino. In esse, sono inclusi dei concorsi con l'attribuzione di premi e attestati che poi determinano il punteggio del vino. Queste selezioni sono utili sia alle aziende che anche ai consumatori finali. Lo scopo è quello di fare una classifica dei vini dell'annata e il cliente, così, potrà avere una guida enologica attendibile.

 

Il ruolo della sputacchiera


La sputacchiera  o contenitore dopo degustazione è considerato a tutti gli effetti uno strumento da sommelier. Andando in visita alle manifestazioni la si trova accanto alle bottiglie e offre l'opportunità di eliminare il vino dal cavo orale dopo averlo impregnato con il liquido.

Una scuola di pensiero sostiene che non è necessario ingerire il vino per poter effettuare un buon esame organolettico. I sensi riescono, infatti, a cogliere le più sottili sfumature nel momento già mentre è in sosta nella bocca. Nonostante, qualcuno sia di parere contrario, la sputacchiera rimane, comunque, un accessorio attuale e ricercato.

Il consiglio per le aziende e per i ristoranti che organizzano degustazioni di vino è di mettere a disposizione del sommelier o degli aspiranti sommelier la sputacchiera presso la postazione.

Sarà, poi, libera scelta del partecipante utilizzarla o meno, in funzione delle proprie necessità. Farsi trovare preparati da questo punto di vista è la marcia in più nei confronti del cliente e appassionato che non dovrà chiedere la sputacchiera a degustazione iniziata.

La sputacchiera, infine, trova posto anche sul banco degli assaggi. La quantità, in genere, di vino che viene versata nel bicchiere del potenziale cliente o appassionato durante gli eventi, non è ingerita per intero. L'avventore, trovando la sputacchiera sul banco, potrà vuotare il bicchiere senza trovarsi nell'imbarazzo di non sapere come fare.

Lo stesso vale se il bicchiere degli assaggi è sempre lo stesso. Per preparare il calice da vino all'assaggio successivo è necessario l'avvinamento: ovvero lavare il bicchiere con una piccola quantità di vino che dovrà essere degustato per eliminare le tracce di quello precedente.

Gusto del vino


Per capire comprendere meglio i processi che si svolgono durante la sosta del vino nel cavo orale, è bene sapere quale sia la funzione dei vari organi presenti nella bocca. Le papille gustative sono le interpreti principali del processo.

Le sostanze presenti nel vino interagiscono, infatti, con esse producendo impulsi nervosi. Allo stesso modo, gengive e cavo orale sono importanti recettori di impulsi che poi vanno inviati al cervello. Le sensazioni tattili, quindi, vengono istantaneamente rilevate da questi recettori ognuno dei quali ha una precisa funzione.

La lingua è suddivisa in zone ognuna delle quali è deputata a riconoscere un sapore. La punta riconosce il dolce. Le papille gustative laterali anteriori riconoscono il salato, mentre quelle laterali posteriori l'acido. Infine, le sensazioni amare sono rilevate dalle papille centrali posteriori.

In quanto, all'astrigenza, essa è rilevata facendo scorrere il vino sulle gengive. Queste precisazioni sono state fatte per capire perché alcune scuole di pensiero sostengono che non è necessario ingerire il vino per condurre una degustazione corretta con l'emissione di un giudizio altrettanto attendibile.

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